Archivia 22 Gennaio 2019

Servizi e Orari

Orari della Santa Messa

Martedì – Giovedì : ore 8.30

Mercoledì – Venerdì : ore 18.00

Prefestivo – Sabato : ore 18.30

Festivo – Domenica : ore 10.30

Ufficio Parrocchiale

Martedì pomeriggio dalle 16.30 alle 18.00

Confessioni

Giovedì mattina dalle 9.30 alle 11.30

Storia

Un quartiere di recente edificazione, verso il mare. La chiesa si presenta come elemento staccato, singolo, diverso. Lo spazio interno acquisisce particolare luminosità grazie a un lungo lucernario: ma l’aspetto più caratterizzante dell’aula è costituito dalle sedute, dal disegno particolare e molto espressivo. La chiesa Maris Stella è sorta nel quartiere Rotolo, nato tra gli anni ‘60 e ‘70 a seguito della realizzazione del viale Ruggero di Lauria che, sovrapponendosi alla strada ferrata (che è stata interamente interrata in galleria) eliminava la precedente cesura tra i quartieri popolari della Guardia, di Picanello e il mare. Il lotto destinato alla nuova chiesa, che sostituisce una sistemazione provvisoria in aule di limitate dimensioni, era parte di una grande cava di materiale lavico, dismessa. La presenza della cava aveva determinato un dislivello di circa 11 metri sul lato est del lotto. Tale dislivello ha consentito l’ubicazione al piano seminterrato, chiuso su tre lati ma aperto verso est, delle aule parrocchiali e di un salone polivalente: il tutto facilmente accessibile tramite uno scivolo a cielo aperto. Il corpo della chiesa, a pianta quadrangolare, è posto sulla direttrice nord-sud, con ingresso a nord e a sud, a continuazione dell’asse dell’aula liturgica, la collocazione della cappella eucaristica alle spalle della zona presbiteriale della chiesa.

Sul lato sud-ovest la chiesa si raccorda a un corpo aggiunto dove stanno l’alloggio del parroco e la foresteria. L’architettura è pensata come oggetto a sè stante: significativo della sua presenza di chiesa e quindi “altra” rispetto all’edilizia urbana del quartiere. La facciata nord, la più significativa, essendo quella dove si apre il portale di accesso, è caratterizzata da bande orizzontali alternate, bianche e color terra. L’aula è disposta sulla diagonale del quadrato di base, che diventa ottagono per dare giusta rilevanza alla facciata che taglia lo spigolo dove si apre l’entrata e a seguito della collocazione della cappella verso lo spigolo opposto, dietro il presbiterio. In questo modo l’aula liturgica si trova in un ambiente ottagonale, adatto a raccogliere l’assemblea in un movimento che attornia l’altare, favorendo la prossimità. Allo stesso tempo il senso forte dell’assialità è evidenziato dalla presenza di un lungo lucernario, che continua verso l’alto l’apertura del portale nel fronte e ricongiunge direttamente l’accesso principale alla cappella. In tal modo il lungo lucernario, costituito da una vetrata continua a volta, diventa elemento di grande significato, caratterizzante tutta l’architettura, e momento di unità e raccordo, ben visibile sia all’esterno, sia all’interno.

La particolare elaborazione della luce che attraversa il lucernario, fa sì che l’aula acquisisca una particolare connotazione. Il suo ambiente risulta decisamente staccato, come isolato dal quartiere ma, significativamente, a contatto diretto col cielo, la cui vista è possibile da ogni lato nell’aula. Il ritmo delle leggere travature e degli archi lignei che accompagnano lo sviluppo di questa lunga finestra verso il cielo, sembra spezzare l’invasione dei raggi luminosi così da renderli più eterei, meno imperiosi. Anche l’alternarsi di colonne e paraste dalle bicrome fasce orizzontali sottolinea l’articolarsi dello spazio liturgico. Ma l’aspetto che compiutamente esprime l’essere chiesa, è la particolare qualità armonica che si instaura tra le sedute dell’assemblea e l’ambito dell’altare. Il disegno degli schienali, dal profilo superiore arrotondato e tagliato a mezzo da una fessura verticale – motivo che si ripete sia nelle sedute dei fedeli, sia nella sede del presidente – genera una inconsueta situazione di uniformità e di distinzione. Come avviene negli stalli monacali, allineati accanto all’altare e uguali tra loro, ma allo stesso tempo ognuno destinato a una singola persona, così qui le sedute pongono in evidenza la particolare dignità con cui, pur nella loro uniformità, ciascuna si presenta. E si esalta la relazione che ciascun singolo sedilestallo mantiene con la sede del presidente, uguale nella forma ma diverso nella sostanza.

La disposizione dei luoghi che accolgono gli accoliti, due panche ai lati del seggio presidenziale e due sedute avanzate rispetto alle altre, davanti ai settori dell’assemblea ubicati ai lati dell’altare, contribuiscono a significare la gradualità gerarchica nell’approssimarsi a questo. Il raccordo con la cappella eucaristica è sottolineato dall’apertura in alto della parete absidale e dalla finestra in essa ritagliata, che dà alla custodia eucaristica. V’è agio di spazio attorno alle sedute, soprattutto sui lati. Questo non solo facilita i movimenti, ma implicitamente anche raffigura le sedute esistenti come non rappresentative della totalità dell’assemblea: questa potrà essere ben più vasta. Nel complesso si costituisce una chiesa semplice nella pianta e trasparente nello spazio, ma fortemente articolata.

Catania, prima compostiera collettiva in parrocchia

«È partito tutto da una serie di incontri sulla conservazione del Creato». Che sono diventati il primo esperimento, a Catania, di una compostiera di comunità. A costruirla, con pallet e materiali di riciclo, i membri dell’associazione Rifiuti zero Sicilia, con il supporto della comunità della parrocchia Maris Stella di via Plutone— una traversa di via del Rotolo — e l’approvazione del parroco, padre Carmelo Politi. Assemblata sabato, sarà attiva già dalle prossime settimane. «L’abbiamo montata assieme ai parrocchiani — racconta Danilo Pulvirenti, chimico e attivista, presidente di Rifiuti zero Sicilia — Ci hanno dato una mano tutti, i genitori e i bambini».

Piazzata in un giardinetto di pertinenza della chiesa, la compostiera — che serve a trasformare alcuni rifiuti in compost, cioè terriccio fertile — servirà i membri della parrocchia. E sarà gestita da alcuni di loro, con l’aiuto del prete. «Il percorso di collaborazione con la chiesa è stato avviato da Manuela Trovato, una delle socie della nostra associazione. Grazie a lei abbiamo cominciato a fare degli incontri con i parrocchiani, adulti e non — spiega Pulvirenti — Abbiamo spiegato loro il riciclo e lo sviluppo sostenibile e abbiamo trovato una grande apertura». A benedire l’iniziativa anche padre Politi, «che era entusiasta dell’idea della compostiera». Un esempio unico in città e tra i primi in Sicilia: di compostiere collettive ce ne sono tre a Messina — «gestite da volontari» — e una a Ferla, nel Siracusano.

Per passare dalle parole ai fatti ci sono volute diverse settimane. Finché, sabato scorso, la compostiera è stata messa insieme. «È piccola, ma speriamo che abbia successo — prosegue il presidente — Non è destinata a tutti perché forse non ci sarà abbastanza spazio. Finora si sono detti interessati al conferimento dell’umido lì una decina di nuclei familiari». Che, in termini di quantità di rifiuti prodotti, non sono affatto una cifra da poco. «La mia famiglia è fatta da tre persone. Solo noi, in una settimana, produciamo circa sei chili di rifiuti compostabili», continua Danilo Pulvirenti.

Ma non tutta la spazzatura è utile allo scopo. «Plastica e alluminio non vanno bene, e neanche il tetrapak. La carta tendenzialmente si può buttare, ma non tutta: solo quella che non è né patinata, né colorata né profumata. Alle famiglie bisogna anche spiegare la corretta differenziazione dell’umido affinché il progetto abbia successo». Da quando partirà, il sabato sarà la giornata dedicata al conferimento: «C’è il catechismo, quindi è più facile che si vada in parrocchia». Una volta che l’esperimento sarà partito, l’idea di Rifiuti zero Sicilia è mostrarlo all’assessore all’Ambiente Rosario D’Agata: «Vogliamo chiedere l’applicazione dello sgravio fiscale per chi composta. Che è già previsto dal regolamento della tassa sui rifiuti, la Tari, ma non è possibile richiederlo perché non c’è il modulo per farlo. Noi lo abbiamo creato e protocollato — conclude Pulvirenti — Adesso aspettiamo una risposta».